Ancora risuona nelle orecchie il triplice urlo del telecronista alla fine della partita con la tv che, dall'alto, mandava l'immagine del Bernabeu illuminato in arancione...
Avevo otto anni quando l'Italia di Rossi e Scirea vinse il Mondiale spagnolo e i miei ricordi sono legati a sporadici flash, lampi di ricordi che illuminano la nebbia delle mie memorie.
I balconi con il tricolore, l'album dei calciatori che riempivo con mio cugino, la famiglia riunita a vedere la partita, il gelato, le magliette gialle dei brasiliani, l'urlo liberatorio di Tardelli e la partita a carte tra Bearzot e Pertini, le copie del Corriere e della Gazzetta dello Sport, datate 12 luglio, gelosamente conservate tra i cimeli di famiglia.
Da sempre avrei voluto sapere di più di quei giorni e, finalmente, grazie a questo libro ne ho la possibilità.
Ma attenzione! Soldati non è un cronista sportivo... Mario Soldati è prima di tutto un grandissimo scrittore.
Il calcio per lui è un pretesto. Il punto di partenza da cui spaziare a piacimento in qualsiasi argomento colpisca la sua fantasia e la sua sensibilità. Politica, storia, filosofia, ricordi di gioventù e aneddoti di vita vissuta.
Un libro da gustare con piacere, lasciandosi cullare dalle onde dei ricordi.
2 commenti:
You write very well.
Thank you, mauve! :D
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